Viaggi d'istruzione

 

 

Classe 4° A AFM - Viaggio di istruzione a Lecce e penisola salentina - 25/28 marzo 2015.

 

 

Il viaggio aveva come principale obiettivo di conoscenza l’incontro con il barocco leccese, insieme a qualche incursione nel romanico di Trani ed Otranto e all’immersione nei suggestivi paesaggi e nella luce del Salento.

Quest’ultimo obiettivo è stato in parte ostacolato dal maltempo che ci ha flagellato in alcune delle nostre escursioni, tanto da costringerci ad eliminare, dall’itinerario prefissato, la sosta al laghetto di bauxite nei pressi di Otranto e il percorso costiero da Castro a Santa Maria di Leuca.

Siamo stati parzialmente graziati dalle condizioni atmosferiche nelle soste a Trani e Lecce; in quest’ultima città, dove siamo stati ospitati in un ottimo albergo, abbiamo compiuto una visita accurata, accompagnati da una guida locale di grande competenza e piacevolezza; questa ci ha fatto scoprire i tesori leccesi,  dal Teatro romano alla piazza S. Oronzo, dal barocco “vero e proprio” di S. Matteo (che ricorda un po' la romana San Carlo alle Quattro Fontane), al barocco leccese, “atipico”, di Santa Croce,  della Cattedrale e di Sant'Irene.

A proposito delle specificità del barocco salentino, riportiamo il seguente passo da un originale libretto di Pietro Manni che si intitola: Salentini. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù.

“ Quello salentino è un barocco sui generis, che poco ha a che fare con il rinnovato concetto secentesco del rapporto tra il monumento e lo spazio circostante nel momento in cui vengono abbandonate le regolarità e la severità delle linee per proporre innovazioni nelle piante e soprattutto nelle partiture di facciata e nell'adozione di linee curve, sinuose. Del grande barocco europeo, romano in particolare, quello leccese adotta soprattutto la ricchezza, lo sfarzo, l'eccesso, ma non recepisce la rivoluzione dei concetti spaziali.

Le complesse decorazioni facciali delle chiese e dei palazzi nobiliari restano uno scenografico apparato di superficie, traboccante di cornici e trabeazioni, cariatidi, trofei di fiori e di frutta, puttini e maschere: una esuberanza ed esagerazione delle decorazioni la quale, più che rivestire, maschera le strutture. La fantasia visionaria degli architetti e degli scalpellini è favorita dall'impiego della pietra leccese, una roccia calcarea malleabile ed agevolmente plasmabile, fino a ricavarne veri e propri merletti. “

Nella cattedrale di Otranto abbiamo ammirato il grande pavimento musivo, in particolare il ciclo dei mesi che aveva costituito in passato oggetto di approfondimento nei nostri studi di storia medievale. In questo luogo,  l'incontro con un cordiale  sacerdote si è tradotto in una lezione “sul campo”, con informazioni relative alla cripta, che abbiamo visitato, ed al famoso massacro del 1480 ad opera dei Turchi: le ossa degli 800 martiri idruntini sono conservate in una cappella della cattedrale stessa.

Lungo il percorso, finalmente soleggiato per quanto schiaffeggiato da un forte vento, in direzione Alberobello, la nostra vista ha potuto godere del paesaggio fiabesco dei trulli e pagghiare disseminati negli immensi uliveti, ma la vista dei moltissimi ulivi malati, dalle chiome disseccate, stringeva il cuore.  Questa insidiosa malattia degli alberi, provocata  dal  batterio “Xylella” (ma alcuni indicano , come più probabili cause, l'impiego dei pesticidi e l'inquinamento, che indeboliscono le piante ), rischia di mettere in ginocchio l'economia della Puglia.

  

  

       

   

 

 


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