Se siete stati a Berlino - o se state per andarci - vi sarà sicuramente capitato, a spasso per Kreuzberg, di imbattervi in una strana casetta, metà in pietra metà in legno, con degli alberi che escono dalle pareti. Quella casa ormai appartiene alla memoria di una Berlino che non c'è più ed è un pezzo di storia della Germania riunita.
Si tratta della casa di Osman Kalin, detto "il leone", immigrato turco dell’Anatolia che nel 1943 si trasferì a Berlino, a Kreuzberg, quartiere noto per essere prevalentemente abitato da turchi. Per vivere, Osman vendeva cetrioli al Terzo Reich, finchè un giorno decise di realizzare un orto tutto per sè. Potremmo definirlo un primo esempio di guerrilla gardening perchè l'uomo decise di piantarli proprio in quel pezzo di terra a Bethaniendamm, a confine del muro nella zona ovest, in un punto in cui il muro aveva lasciato una striscia di terra geopoliticamente "scoperta". Perchè in quel punto il muro avrebbe dovuto fare una specie di zigzag, ma la DDR per fare presto costruì il muro dritto, lasciando quella parte di terra socialista nella zona ovest.
Una storia che al giorno d'oggi si sarebbe risolta con uno sfratto e due ruspe, ma non nella Germania del Muro, che aveva due Stati e due comandi: da una parte gli statunitensi a Ovest, dall'altra i sovietici a Est, entrambi incapaci nel trovare una legge o un sistema per cacciare il turco, che nel frattempo approfittò del gap burocratico tedesco per costruire su quella terra, anno dopo anno, mattone dopo mattone, la bizarra casetta in cui vive tuttora.
Durante gli anni, provarono in tutti i modi ad abbattere la casa e a cacciare l'uomo, considerata una spia, ma nulla: non esisteva alcuna legge che gli vietasse di piantare cipolle a ridosso del muro. Così la storia andò avanti per anni, fino alla Caduta del Muro e oggi, a 25 anni di distanza, la casetta è ancora lì, con il suo giardino, praticamente in mezzo a uno spartitraffico. Molti si fermano a fotografare questa singolare abitazione perchè ormai la Baumhaus an der Mauer oggi è una meta turistica che trovate anche sulle guide. Per Berlino rimane e rimarrà un simbolo storico di un periodo nero, e Osman Kalin uno dei vincitori morali della Guerra Fredda.
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